Identità all’Opera
Dall’ascolto alla ricerca come base per lo sviluppo di una traiettoria di senso

Nel maneggiare un progetto di identità culturale, il dilemma per un’istituzione storica come la Fondazione Pergolesi Spontini è ridefinire la propria eredità senza snaturarla. Non raccontiamo una storia, ma trasformiamo la tradizione in un linguaggio visivo dinamico e accessibile.
Il Teatro Pergolesi di Jesi non è un’istituzione qualsiasi; dal 1968 diventa il primo teatro di tradizione in un centro non capoluogo di provincia. Uno status che si pone come vero cuore del progetto. Come ci ricorda la direttrice Lucia Chiatti, «la tradizione è nel DNA stesso del Teatro».


Dall'ascolto alla ricerca
Chi ci segue sa che il nostro metodo parte dall’ascolto, e quindi da un lavoro di facilitazione, che coordina e unisce intenti, consapevolezze e persone.
Una strategia parte sempre dallo studio di archivi, manuali, stampe e manifesti storici. Ma anche delle persone che ogni giorno vivono il teatro in ogni sua parte, dal palco alla biglietteria, che si raccontano e si commuovono quando parlano di quello spazio.
Decodificare l’estetica tradizionale e comunicarla vuol dire trovare gli elementi ricorrenti e significativi, destrutturarli e ricomporli in chiave contemporanea.
Il risultato è un format dinamico e culturalmente stratificato, che trasforma la storia del teatro lirico in un gesto di trasmissione contemporanea, in cui gli elementi storici dialogano con le nuove sensibilità.
Dalla ricerca alla nuova traiettoria
Riconoscere l’importanza del teatro di tradizione significa affermare la centralità di una condizione che accoglie maestranze di varia natura: dagli scenografi ai costumisti, dagli elettricisti ai carpentieri. Gli artigiani esprimono ed elevano sotto una chiave artistica il proprio saper fare che si allarga alle espressioni di artigianato e dei linguaggi contemporanei.

Pensiamo che questa sia l'occasione per rinnovare l'amore tra la comunità, il teatro, la fondazione e l'istituzione. Ci siamo resi conto di quanto sia difficile tracciare un confine tra tutto questo e le persone che abitano il teatro stesso. Qui è venuto fuori un concetto molto bello, quello dell’immedesimazione, una forte corrispondenza tra chi fa le cose e chi si sente all'interno, parte integrante dello spazio teatro.

Massimo Pigliapoco


In questo orizzonte si colloca il coinvolgimento di Roberto Catani, illustratore jesino di rilievo internazionale e attivo nel cinema d’animazione, che ha dato vita, con la sua professionalità ed esperienza, alla reinterpretazione visiva delle opere.
Non avevo mai lavorato sul teatro lirico ed è stata l’occasione per approcciarmi a queste tematiche. Ho declinato il tema sulla mia cifra stilistica, utilizzando tecniche e forme che da anni caratterizzano i miei film d’animazione. Anche in queste opere io vedo il movimento anche se non sembra, ad esempio nel colore e nella sua stesura.

Roberto Catani


Il progetto visivo di Catani diventa così parte integrante di questa identità in relazione: un sistema che mette in dialogo la tradizione con le forme espressive contemporanee, trasmettendone i valori in modo accessibile e condivisibile.
È un processo molto lungo che comprende un gran numero di bozze e disegni scartati, rivisti, rifatti da zero. Ad esempio nel Giudizio le tre dee avevano inizialmente degli abiti neri da giudice con dei grandi fiocchi; poi mi sono reso conto che il risultato era troppo tetro e ho deciso di cambiarli con un colore rosso. Questa tecnica non permette errori, o meglio, qualsiasi errore si vede e non si cancella. Non bisogna avere paura di gettare tutto e ricominciare da capo.

Roberto Catani
Ogni manifesto non è soltanto comunicazione di un’opera, ma un atto di relazione tra il Teatro, la Fondazione e la comunità, capace di generare partecipazione.
La tradizione, reinterpretata attraverso il linguaggio visivo, non rimane memoria immobile, ma si fa trasmissione viva e funzione concreta: un patrimonio culturale che si rinnova continuamente nell’incontro con il pubblico.


Linda Raffaeli
Visual Designer
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Partiamo da ciò che ti rende unico
e, attraverso l’ascolto e la co-creazione,
raccontiamo in maniera efficace ciò che sei davvero.

Si comunica solo a parole?
