FOLIO

L’identità come spazio di relazione

L’identità come spazio di relazione.

La cultura come elemento mobile, le Marche come soggetto. Se la cultura è per sua natura relazione, se associata ad un soggetto che vuol fare, le Marche, essa si apre all'ascolto e al dialogo costante.

M.C: Marche.Cultura

L’identità di M.C: vuole per prima cosa rinnovare il ruolo della Fondazione Marche Cultura come soggetto in relazione coi propri i nterlocutori. Per raggiungere questo obiettivo è stato sviluppato un processo di semplificazione dei codici identificativi, che al contempo fossero integrabili nel linguaggio che la Fondazione adotta nei confronti dei propri interlocutori, ma rappresentativo delle varie anime al suo interno.

Come spesso avviene, quando si presenta un nuovo sistema d’identità, tale processo evolutivo può incontrare o meno la sensibilità o il gusto di chi lo osserva o si trova a maneggiarlo, ma la critica, se non sterile e preconcetta, può essere un attivatore di riflessioni e approfondimenti perché, per sua natura, è costruttiva quando è sinonimo di interesse o affezione all’argomento trattato.


Prendiamo quindi in prestito qualche critica ricevute sui social per approfondire alcuni aspetti del progetto.

“La fondazione aveva un bel logo, risultato di un progetto strutturato dopo un bando. Aveva un’identità. Ora non più. Tutto annullato senza una logica.”

Il logo di un soggetto, che sia esso pubblico o privato non è misurabile con parametri soggettivi, bello o brutto. Un logo deve poter essere il primo mattone di un sistema d’identità, non va quindi giudicato neppure in quanto tale, ma dentro un sistema di comunicazione integrato. L’integrazione degli elementi distintivi e significanti ne determina, quindi, la sua efficacia, insieme alla sua capacità di tradurne temi e valori dentro i quali si vuole creare relazione con i propri pubblici.

Molto spesso assistiamo ad eventi di presentazione di loghi, specie in ambito pubblico, come se agli stessi si delegasse il successo o meno di operazioni complesse quali, ad esempio, la costruzione di una traiettoria di senso dentro la quale l’identità riesca ad inserirsi in modo naturale e al tempo stesso distintivo.

Il percorso strutturato ha senso, invece, se la struttura nasce dalla condivisione di contenuti, visioni e obiettivi. Per far questo il modo migliore è la creazione di percorsi di co-creazione, grazie ai quali tutti questi aspetti possano essere individuati, definiti e scelti.

Tonidigrigio ha potuto, insieme alla Fondazione, dedicare tempo e risorse ad attività di co-creazione, dentro le quali tutti i componenti della Fondazione hanno potuto esprimersi, con la logica delle riunioni cento/cento, incontri all’interno dei quali la totalità dei partecipanti affrontano tutti i contenuti e i quesiti posti.


“C’è qualcosa che mi lascia perplessa, la C e la e di Marche sembrano lettere tagliate”

Si è scelto, per rimarcare le diverse matrici di senso del naming Marche Cultura, di associare ad esse due famiglie di caratteri. Essendo le Marche l’elemento fisso e al tempo stesso più caratterizzato, proprio perché nome proprio, ad esso è stata associata una tipografia maggiormente distintiva e dinamica, che fa dei tagli appunto, un fattore di riconoscibilità e di proiezione in avanti. Il fatto che sia stato notato ci dice che questo obiettivo, anche al di fuori della sua applicazione diretta al naming Marche, ne mantiene tale riconoscibilità.


“Il logo c’era e fatto bene, perché cambiarlo male, ha senso?”

Questa domanda, al netto del bene e male che ricadono nella soggettività del giudizio di cui sopra, deriva dalla volontà del gruppo di lavoro e dall’oggetto della co-creazione. I sistemi di comunicazione si stanno velocemente evolvendo e ciò che prima era sufficiente in quanto tale, come un marchio o un logotipo, ora devono poter affrontare una nuova complessità di canali e linguaggi. Specie se abbiamo a che fare con soggetti che fanno della relazione il loro valore, come in questo caso. L’identità deve poter essere spazio di relazione e linguaggio distintivo. Non è detto che qualcosa che nasceva con presupposti differenti oggi resti valido se inserito in un contesto altro, in canali altri e inteso come dispositivo di funzionamento al servizio di relazioni dialogiche.


“Terribile”

Beh, era peggio se avesse lasciato tutti indifferenti, ma per rispondere a quest’ultimo commento lasciamo i commenti di altri, che hanno giudicato il progetto non così terribile e vi invitiamo a valutarlo a partire della nostra pagina del sito.

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