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Io sono cultura - Rapporto 2021

Io sono cultura

Martina Brunetti - Marketing e Formazione


Mercoledì 4 luglio 2021 è stato presentato il nuovo Rapporto Symbola 2021, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, in collaborazione con la Regione Marche e l’Istituto per il Credito Sportivo, con la partnership del Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e Fondazione Fitzcarraldo, e con il patrocinio del Ministero della Cultura. Apre la giornata l’assessore alla Cultura della Regione Marche, Giorgia Latini, seguita da Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola; Andrea Prete, neo eletto Presidente Unioncamere e Dario Franceschini, Ministro della Cultura. Presenta la ricerca Domenico Sturabotti, Direttore della Fondazione Symbola.


Le caratteristiche del Rapporto Io sono cultura

Il Rapporto realizzato negli ultimi 11 anni da Unioncamere, in collaborazione con la Fondazione Symbola e la Regione Marche, sottolinea il valore della cultura non solo come sistema di settore che genera valore diretto ma anche come impatto che la cultura ha sul sistema produttivo nazionale. La caratteristica del rapporto è che esso distribuisce il peso e il ruolo della cultura nel panorama nazionale non solo diretta ma anche indiretta e rende disponibili i dati sul valore aggiunto e sull’occupazione nelle imprese culturali e creative oltre a evidenziare la capacità moltiplicativa che riguarda l’impatto sull’economia nazionale. Infine, analizza le caratteristiche dell’occupazione e fornisce un quadro statistico anche territoriale che fa emergere il peso della cultura sia a livello regionale sia nazionale. Oltre a questo, nel rapporto sono presenti anche 200 case history legati al settore che è un settore fragile ma ha anche diverse caratteristiche di dinamismo.


Definizione del sistema culturale e creativo

Il sistema culturale e creativo, per dare una definizione, è un insieme di attività economiche formate da un core di attività composto da 7 macrodomini:

  • Progettazione, design e architettura;
  • Comunicazione;
  • Audiovisivo e musica;
  • Software e videogame;
  • Editoria e stampa;
  • Performing arts;
  • Valorizzazione del patrimonio storico e contemporaneo nazionale.

I dati del Rapporto 2021 e prime considerazioni

Entrando nei numeri, a questo cuore di attività economiche da diversi anni contabilizzano l’impatto che l’occupazione nel settore culturale e creativo ha su altri settori dell’economia. Fenomeno in atto tutto il mondo: una migrazione di figure legate alla cultura verso orizzonti economici industriali e imprenditoriali. Per stimare questo valore si può quantificare quante figure sono impiegate nel settore ma anche il loro impatto nell’economia di scala nazionale che corrisponde al perimetro di indagine del rapporto.

Il sistema culturale e creativo, complessivamente, vede oltre 1,5 milioni di addetti, il settore più importante è quello dell’editoria (195mila), segue quello dei videogame e software, architettura e design (150mila), comunicazione e patrimonio storico.artistico (53mila). Questi numeri comprendono non solo la parte privata ma anche il settore pubblico e una quota del no profit ad esclusione del volontariato.

Diversa è la classifica se vediamo il valore aggiunto generato dal sistema culturale e creativo. Complessivamente parliamo di 84,6 miliardi, parliamo del 5,7% dell’economia e vediamo che in questo caso la classifica vede al primo posto la componente videogame e software, seguita da editoria e stampa, design e solo in seguito la valorizzazione del patrimonio storico e artistico con 2,5 miliardi. Per avere un’idea del peso vediamo che videogame e editoria spiegano oltre il 50% del valore aggiunto del sistema culturale e creativo. L’istat stima che oltre agli 84,6 miliardi diretti, questo settore determina un valore di 155,2 miliardi indiretti; un valore complessivo generato dalla cultura pari a 239,8 miliardi di € nel 2020.


Dati statistici regionali e occupazione giovanile

Un peso importante è dato da alcune regioni, al primo posto abbiamo la Lombardia, che genera circa ¼ del valore nazionale con oltre 24,7 miliardi occupando oltre 340 mila lavoratori, e al secondo posto il Lazio con 13,5 miliardi di € e 190 mila lavoratori occupati.

Altro set di informazioni indagato dal Rapporto è quello che riguarda la quantità di laureati che nel sistema culturale e creativo è pari al 43,3% che cresce al 46% se vediamo la componente core. Un dato importante perché è un valore doppio al valore dei laureati nel resto dell’economia. Dato migliorativo rispetto alla media nazionale riguarda anche i giovani occupati tra i 24 e i 35 anni che corrisponde 20,1% e che cresce al 21,9% nel core rispetto a un 17,1% dell’economia nazionale.

Il tasso di presenza femminile all’interno del sistema culturale creativo è inferiore rispetto alla media nazionale però andando nel dettaglio settoriale vediamo che in alcuni ambiti (comunicazione, performing arts e editoria) la quota di presenza femminile supera nettamente la media nazionale.

Entrando invece nel dettaglio della tipologia di impiego emerge una netta differenza rispetto alla media nazionale: la quota di lavoratori dipendenti è nettamente inferiore rispetto alla quota che riguarda l’economia nazionale: 64,3% rispetto al 75,2% della media nazionale. Settori come quello dell’architettura, per esempio, registrano un tasso di lavoratori autonomi pare all’82,7%, mentre il settore della valorizzazione artistica e del patrimonio storico sovverte le stime posizionandosi con un 97% di occupati a contratto, percentuale determinata dalla forte incidenza del settore pubblico.


Bilancio finale e nuove prospettive

Nel 2018/2019 la cultura è un settore in crescita, che ha visto un’interruzione nell’anno 2020 a causa della battuta di arresto determinata dalla pandemia globale, registrando un calo generale dell’8,1% medio. Trend in crescita è quello legato alla vendita dei libri e quello legato al settore dei videogame che nonostante la crisi e probabilmente spinto dall’incremento degli acquisti digitali cresce nel corso dell’anno 2020.

Dietro questi numeri ci sono molte storie e tante fragilità che nella crisi sono state acutizzate, ma dentro queste fragilità vediamo anche tante dinamiche interessanti che potrebbero essere foriere di cambiamento e trasformazione, ad esempio:

  1. la crescita del digitale: accelerazione dovuta alla pandemia che ha costretto il settore ad orientarsi in modo serio verso la digitalizzazione;
  2. Il coinvolgimento delle comunità: trend registrato a più livelli, ad esempio il successo della radio a km0 e dell’editoria che trova nelle biblioteche di quartiere un presidio importante;
  3. Inclusività: la parità di genere legata anche alle minoranze che iniziano a popolare sempre più i format della cultura;
  4. La contaminazione tra settori: esempio virtuoso è quello degli audiolibri, combinazione tra editoria e audiovisivo, oppure le visual radio, che hanno totalizzato 19 milioni di ascoltatori;
  5. Salute e sostenibilità: quest’anno si registra un’accelerazione particolare sui temi della sostenibilità soprattutto per il comparto del design e dell’architettura.

Tutte queste dinamiche individuate dal rapporto potranno avere un consolidamento e una crescita importante grazie alle azioni del PNR che elenchiamo e che riguardano:

  • Il tema degli investimenti nel patrimonio culturale per la prossima generazione;
  • La strategia digitale intesa come fattore chiave per accrescere il potenziare e rafforzare le industrie culturali e creative;
  • Il tema della rigenerazione dei piccoli borghi e della soft economy;
  • La promozione al sostegno dell’innovazione nel settore culturale e creativo.

A questa strategia si aggiunge la strategia della commissione europea che ha aggiunto l’ecosistema culturale creativo tra gli asset di sviluppo prioritari dell’UE.

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