Non è la prima volta che assistiamo all'affetto e al grande senso di appartenenza che si genera nei momenti importanti della vita e della storia imprenditoriale del presidente Casoli, e quasi sempre succede perché c'è la restituzione di una componente umana che non solo abbraccia quella d'impresa, ma la amplifica, la trasforma e la travalica.

Le storie – delle persone, ancora prima che delle imprese che spesso sono fatte di numeri, obiettivi, metriche – sono ciò che ha la forza di incidere negli immaginari e restare nella mente e, a volte, nei cuori di chi le ascolta e le vive. Queste storie diventano in parte nostre e molto spesso continuano a fare il loro lavoro anche a distanza di tempo quando, di fronte alle scelte che facciamo, tornano, prepotentemente o in modo inconsapevole.

Quella di Francesco Casoli, in occasione della laurea honoris causa, è stata una lezione carica di umanità, una storia personale che si intreccia indissolubilmente con quella d'impresa. Allo stesso tempo, una retrospettiva e una proiezione in avanti, che pone al centro uno dei sentimenti più profondi con cui ci confrontiamo, la Paura. Ma è proprio la Paura il sentimento che chi fa impresa tende a negare a se stesso e a nascondere agli altri, sentendo la responsabilità di trasmettere sicurezza, centratura, lucidità.

Eppure, sono proprio i momenti in cui ci sentiamo fragili quelli più prolifici e fecondi, perché ci obbligano ad allargare lo sguardo e a porci in ascolto.

Erano i primi anni dell'agenzia ed avemmo l'opportunità di confrontarci con la comunicazione HR di Elica, Elica People. Ricordo l'entusiasmo e la voglia di dimostrare di essere all'altezza. Ricordo il voler trasmettere sicurezza e la sensazione di avere lo stomaco sottosopra. Ricordo la telefonata di Francesco Casoli per dirci: bravi.