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CODING TO SHARE

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BRAND IDENTITY
EXTRATEGY
MONSANO (AN) - 2016

Michele: “Massimo, come va? dovremmo riflettere sul nostro payoff “internet way” che ormai non ci rappresenta più molto, ti va di darci una mano?”

Così ormai sei mesi fa partì la collaborazione che portò qualche settimana fa extrategy a presentare, in occasione del suo quindicinale, la sua nuova identità. L’amicizia e la stima, che lega le nostre due Aziende, ci hanno fatto percepire un senso di responsabilità molto forte verso questo nuovo progetto, a maggior ragione visto che Michele e Silvia si affidano completamente a noi fin dall’inizio della loro attività. Per poter affrontare un progetto di identità bisogna conoscere a fondo la realtà che si va a comunicare, ma anche quando la si conosce molto c’è il rischio di non essere obiettivi. Per chi di voi non è ancora stato nella sede di extrategy, fin dal primo passo sulle scale che conducono all’open space al primo piano, lo sguardo si sofferma su loghi, citazioni, pezzi di storia dell’Azienda e del web in genere e, passo dopo passo, si scopre sempre più forte la presenza delle persone. In realtà il team di extrategy è molto ordinato, composto e immerso nella gestione delle progettualità, ma contemporaneamente la loro presenza passa attraverso le pareti piene di post-it, i tavoli su cui poggiano strani modelli fatti con le Lego, i piani di lavoro personali. Poi c’è qualcosa che piano piano si deposita, più lentamente, il fatto che ognuno in diversi modi, prende la parola, mette del proprio nell’organizzazione del lavoro, nella gestione del tempo e degli spazi, di fatto concorre a costruire l’identità dell’Azienda.

Tutto nel contempo è personale e messo a disposizione degli altri, in condivisione. Allora quando leggi e ti senti raccontare storie di metodologie agili, di open governance, di contratti aperti, tutto sembra più chiaro e semplice di quello che sembra, quasi ovvio nel momento in cui lo si vede presente, ma quasi impensabile in altri contesti.

“Coding to share” è la sintesi di tutto ciò.

Sono le due anime che vivono in simbiosi in extrategy: la programmazione, il mettere in ordine, l’organizzazione, la crescita, la formazione e la ricerca del valore, insieme alla voglia di mettersi a disposizione, in condivisione. Il processo collaborativo consegna quindi un payoff che introduce un’identità fluida, che ogni componente di extrategy può far sua, declinando “coding to” rispetto al proprio ruolo. Il resto è stato opera di calibrazione e sottrazione, perché quando i contenuti sono solidi e strutturati, il graphic design può e deve essere essenziale, minimale, autorevole nell’utilizzo di elementi di forte significato ma di forma essenziale. Veloci nella memorizzazione, semplici nella riproduzione, efficaci nel distinguersi. Un’identità non deve essere solo un vestito, ma dare voce, con una timbrica personale a chi ha qualcosa da dire e potenzialità nel fare. Così non possiamo che essere fieri di aver visto tutti i ragazzi felici nel sentirsi addosso il loro nuovo abito, che non abbiamo fatto altro che aiutare a tirare fuori dall’armadio.

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